domenica 10 gennaio 2010
Tardozzi Team Manager alla Bmw
L'ex team manager della Ducati Superbike, capace di vincere otto mondiali piloti in poco più di 10 anni, sarà il nuovo direttore sportivo della Bmw. "Ho rifiutato due offerte in MotoGp ma questa era la sfida che volevo"
Ecco l'intervista rilasciata dal ravennate a RomagnaNOI
Chi pensava di non vedere più Davide Tardozzi aggirarsi nei paddock della Superbike può mettersi il cuore in pace. A neanche due mesi dal divorzio con la Ducati, scuderia che sotto la sua direzione ha conquistato in 13 annate otto mondiali Sbk e 10 titoli costruttori, l’esperto e vincente manager ravennate ha accettato la corte serrata della Bmw e proprio alla vigilia di capodanno ha firmato un contratto da direttore sportivo del team tedesco.
“Appena hanno saputo che avevo lasciato la Ducati – spiega Tardozzi al telefono - la Bmw mi ha fatto una proposta. Ho declinato per due volte ma loro hanno continuato a corteggiarmi mostrando una gentilezza ed una sensibilità unica. Sono venuti anche da Monaco fino a Ravenna per convincermi ad accettare la loro proposta. Mi sarebbe piaciuto fare un intero anno sabbatico però so già che senza corse avrei sofferto come un cane. Così ho accettato di buon grado questa proposta che per me è perfetta”.
Ha avuto altre offerte?
“Sì, due da parte di team ufficiali della MotoGp. Non chiedetemi non mi perché non mi sembra carino farli. Mi sono preso un po’ di tempo per capire se valeva la pena lasciare la Superbike quando ho capito che volevo continuare qui ho capito che Bmw era ciò che desideravo”.
Quando lasciò la Ducati dichiarò che aveva bisogno di nuovi stimoli. A Monaco forse ne avrà pure troppi...
“Dopo essere stato per 20 anni in Ducati ed averla vista partire da zero e guadagnare la vetta del mondo cercavo una scuderia nuova nella quale poter lasciare davvero un segno nel bene o nel male. Bmw è perfetta. La S 1000 RR e il gruppo di lavoro hanno ampi margini di miglioramento ma scarsa esperienza nel mondo delle corse. Il mio compito sarà quello di colmare questa lacuna”.
Cosa porterà a Monaco?
“Organizzazione, metodo di lavoro rigoroso e la gestione d’insieme della squadra che ho imparato sul campo”.
L’accompagnerà qualcuno in questa avventura?
“L’ing. Massimo Bartolini (ingegnere di pista di Michel Fabrizio, ndc) che ha lasciato la Ducati alla fine della stagione ed ha accettato di buon grado questa proposta”.
La prima mossa che farà?
“Parlare con i piloti capire le loro esigenze e creare subito un rapporto solido fondato sulla fiducia”.
Ritroverà Troy Corser, il pilota con il quale ha vinto il suo primo mondiale nel ’96. Quanto è importante per lei la presenza dell’australiano?
”Anche a 38 anni considero Troy un top rider capace di lottare per il mondiale. Il talento e la classe non invecchiano e sono convinto che ritroverà un pilota competitivo come nel ’96. Solamente un po’ più maturo”.
L’obiettivo della Bmw per questo campionato?
“Il team viene da un’annata al di sotto delle aspettative. Ci sono ampi margini di miglioramento ma bisogna essere realisti e devo dire che sarà quasi impossibile lottare per la vittoria sin dalla prima gara. Il nostro obiettivo è farlo costantemente nella seconda parte di stagione”.
Aprilia, altra scuderia al debutto nel 2009, è il vostro punto di riferimento?
”Certamente. anche se a differenza di Bmw non va dimenticato che la casa di Noale un reparto corse esperto e competitivo lo ha sempre avuto. Bmw invece questo bagaglio non può vantarlo”.
Si trasferirà stabilmente a Monaco di Baviera?
”No. Farò il pendolare, d’altronde con la tecnologia che abbiamo adesso riunioni, summit ed incontri in tempo reale si possono fare anche a migliaia di km di distanza”.
Ha già pensato all’effetto che farà sfidare la Ducati da avversario?
“No me ne renderò conto solo in pista. Non posso prevedere che effetto farà. Spero solo di non sbagliare box...”.
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